Il sinus pilonidalis, noto anche come cisti pilonidale, è una patologia infiammatoria cronica della regione sacrococcigea. Si tratta di un problema comune, che rappresenta il 15% delle suppurazioni della zona anoperineale e il 68% delle infezioni indipendenti di ano e retto.

Questa condizione colpisce prevalentemente adolescenti e giovani adulti, con una maggiore incidenza nei soggetti con pelle chiara e abbondante pelosità.

Il Dr. Giacomo Sarzo è un chirurgo specializzato in proctologia e chirurgia mininvasiva, con vasta esperienza nel trattamento del sinus pilonidalis (cisti pilonidale). Grazie all’adozione delle più moderne tecniche chirurgiche, come il trattamento EPSIT e il laser, il Dr. Sarzo offre soluzioni efficaci e personalizzate per i pazienti affetti da questa patologia. Il suo approccio mira a garantire una guarigione più rapida e meno invasiva, riducendo al minimo il rischio di recidive e migliorando la qualità di vita dei pazienti.

CAUSE E FATTORI DI RISCHIO

L’origine della cisti pilonidale non è ancora del tutto chiara. Tuttavia, la teoria più accreditata è quella acquisita, suggerita nel 1946 da Patey e Scarff, secondo cui i peli penetrano progressivamente nel tessuto sottocutaneo, favoriti da microtraumi ripetuti, come lo strofinamento nella zona del solco intergluteo. Ciò porta alla formazione di una cavità pseudocistica, circondata da tessuto infiammatorio e contenente peli privi di bulbo.

SINTOMI E DIAGNOSI DELLA CISTI PILONIDALE

La diagnosi è prettamente clinica. I principali sintomi che possono annunciare la presenza di una cisti pilonidale sono:

  • Ascesso acuto: primo segnale della malattia, spesso doloroso e con secrezione di pus.
  • Suppurazione cronica intermittente: può verificarsi nella plica interglutea.
  • Orifizi primari visibili nella zona del solco intergluteo, da cui fuoriescono pus o siero.
  • Dolore e fastidio nella zona sacrococcigea, specialmente durante la seduta prolungata.

Un esame obiettivo e l’uso dello specillo permettono di valutare il decorso dei tragitti fistolosi, che nel 7% dei casi possono estendersi verso l’ano, ma senza mai comunicare con il canale anale.

TRATTAMENTO DELLA CISTI PILONIDALE

Esistono diverse opzioni terapeutiche per il trattamento della cisti pilonidale, che variano in base all’estensione della patologia e alla preferenza del paziente.

ASPORTAZIONE CHIRURGICA TRADIZIONALE

L’intervento di escissione della cisti pilonidale consiste nella rimozione della lesione e dei peli contenuti al suo interno. Può essere eseguito con due tecniche:

  • Tecnica chiusa: la ferita viene suturata con punti, con guarigione in 10-15 giorni;
  • Tecnica aperta: la ferita viene lasciata aperta per guarire con medicazioni ripetute in 15-30 giorni.

La scelta della tecnica viene stabilita dal chirurgo in base all’estensione della lesione. Il paziente viene posto in posizione prona e l’intervento viene eseguito in anestesia loco-regionale lombosacrale, con eventuale sedazione o anestesia generale nei casi più complessi.

EPSIT – TRATTAMENTO MINIMAMENTE INVASIVO PER IL SINUS PILONIDALIS

La tecnica EPSIT (Endoscopic Pilonidal Sinus Treatment) rappresenta una delle metodologie più innovative ed efficaci.

Si tratta di una procedura minimamente invasiva che utilizza l’endoscopia per trattare il sinus pilonidalis in modo meno traumatico rispetto alle tecniche chirurgiche tradizionali. È particolarmente indicata per i pazienti che presentano sinus pilonidalis recidivante o che desiderano un trattamento con tempi di recupero più rapidi.

Il trattamento EPSIT per la cisti pilonidale permette di risolvere la patologia con un approccio meno traumatico rispetto alla chirurgia tradizionale.

Questo intervento si esegue con anestesia loco-regionale in regime ambulatoriale. I tempi di guarigione sono di 4-6 settimane e vi è la necessità di sottoporsi con regolarità ad una serie di medicazioni ambulatoriali la cui durata e frequenza è variabile.

TRATTAMENTO CON LASER PER LA CISTI PILONIDALE

Un’altra opzione minimamente invasiva è il trattamento laser della cisti pilonidale. L’utilizzo di questa tecnica:

  • Consente la rimozione selettiva del tessuto infetto
  • Riduce i tempi di guarigione
  • Si esegue in anestesia loco-regionale in regime ambulatoriale

RICOSTRUZIONE CON LEMBO DI LIMBERG PER FORME PLURIRECIDIVE

In casi complessi o di recidive multiple, il chirurgo può optare per la ricostruzione con lembi cutanei, come il lembo di Limberg.

Questa tecnica consente una chiusura efficace della ferita e riduce il rischio di recidiva. Il paziente richiede un ricovero di alcuni giorni per un monitoraggio post-operatorio.

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